Articoli e recensioni su Bagno Petrini
- "Viareggio ieri " rivista
di storia, cultura, costume
- Anno II, numero 15,
gennaio1990
.....Oggi parliamo della generazione dei Petrini, il cui
capostipite è Eugenio Petrini, che nasce a Viareggio
il 4 settembre 1842 da Giuseppe Petrini
e Caterina Petrella. Una curiosità: sul documento di pensione di Eugenio
si legge che Viareggio appartiene alla provincia di Livorno. Troviamo Eugenio
arruolato come marinaio di terza classe nella prima divisione del
Corpo Reale Equipaggi, matricola 17685, il 21 giugno1861. Partecipa
alla guerra del 1866 contro gli austriaci e, il 20
luglio dello stesso anno, viene ferito alla testa durante la battaglia
di Lissa mentre si trovava a bordo della nave da guerra Maria
Pia. La ferita, gravissima, gli viene prodotta da una scheggia di
proiettile e lo rende inabile al servizio (decreto del 15 agosto 1872).
Gli viene concessa una pensione annua di 360 lire, quasi una lira al giorno.
Il figlio Egidio Petrini non naviga ma rimase sul mare e
costruisce il primo bagno a nord del Principe di Piemonte, all'epoca " Bagno
Egidio Pe", l'attuale Bagno Petrini. Egidio muore
nella guerra 15-18 durante un'azione nella zona di Udine (1
marzo 1917). Il figlio di Egidio, e quindi nipote
di Eugenio, si chiama Antonio Petrini ed
era il più vecchio bagnino della Versilia. Aveva infatti 92 anni
e viveva al bagno e per il bagno. I figli di Antonio sono
cinque: l'architetto Egidio, il mediatore d'affari Luigi e
le sorelle Ines, Angela e Gabriella.
Egisto Passaglia.
Dalla rivista " Gente di Mare"/
curiosando nella storia viareggina
Il
primo stabilimento balneare che sorse a nord della via Marco Polo,
allora più simile ad un " tratturo " che ad una strada
cittadina, fu il bagno del viareggino Egidio Giovanni Petrini, detto
il " Lungo." Il bagno, posto sull'anerile prospiciente
la via Catalani, poco a nord dell'area dove poi sorsero il " Select " (oggi " Principe
di Piemonte ") ed il bagno " Lido,"comprendeva quattro cabine
ed un piccolo alloggio posto sul retro, in corrispondenza di un portico
coperto realizzato fra i due gruppi di capanne.La costruzione del bagno
si deve ad Egidio Petrini e all'amico " Barba."I
due, che lavoravano presso la bottega di falegnameria di Ottavio Francesconi,
nonno del simpatico Don Carlo, che si trovava in via della Foce, quasi
all'angolo con la via Veneto, erano, oltre che valenti artigiani, anche
grandi bevitori. Insieme lavorarono alla villa di Giacomo Puccini,
a Chiatri, e si racconta che costarono al Maestro assai
più di fiaschi di vino che di mano d'opera. L'amore per il lavoro
e per il vino cementava la loro amicizia. Quando capitava, lavoravano anche
la notte, spesso per costruire, in fretta e furia, una cassa da morto,
e il giorno dopo, appena l'osteria di Trimpellino apriva i battenti, i
due, quasi per esorcizzare la morte, investivano l'intero ricavato in una
solenne bevuta. Forse fu proprio dopo una di queste copiose libagioni che
fu realizzato il pannello che avrebbe dovuto riportare la scritta " Bagno
Egidio Petrini." Fatto è, che nel cartellone, una
volta terminato, si poteva leggere solo " Bagno Egidio Pe," ma
al " Lungo " dovette piacere lo stesso se non
fu corretto, come è documenteto
nella foto- datata 31 luglio 1913- dove è visibile
il modesto stabilimento balneare e, sullo sfondo, il vecchio ricovero del
tram. Il carattere estroso ed estemporaneo del il " Lungo " è testimoniato
anche da un altro episodio: agli inizi dell'estate del 1916,
capitò al bagno un ambasciatore russo che chiese di affittare una
cabina per tutta la stagione e, nonostante non ve ne fosse delle libere,
senza pensarci due volte, il Petrini disse: " Venga
pure domani!! ". Durante la notte, con l'amico " Barba " e
con una barrocciata di legname, costruì una nuova capanna e così accontentò l'importante
cliente. Alla fine della stessa stagione, davanti all'incasso complessivo
di lire 600, il Petrini esclamò: " Questo
bagno è meglio di una vigna in chianti!!". Ma quella fu per
lui anche l'ultima "vendemmia." Partito, il 16 ottobre
per il fronte, morì a Udine il 1 marzo 1917. Allora, la
concessione balneare passò al figlio Antonio, che
fino all'età di 93anni, diresse, da solo, la vecchia "baracca".
Negli anni seguenti, il bagno, con l'aggiunta di altre cabine, assunse
la forma di " ferro di cavallo ". Nel 1929, completamente
rifatto, secondo l'attuale disposizione degli stabilimenti balneari, ebbe
due bracci di cabine ortogonali alla linea di riva. Dieci anni dopo, con
l'attuazione del piano regolatore degli arenili, tutta la configurazione
dei bagni, a nord della via Marco Polo, subì notevoli
cambiamenti. Gli stabilimenti ebbero un solo braccio di cabine, tutte costruite
in legno, con un fronte di circa 24 metri. Nell'autunno
del 1943, per
fortificare l'arenile, in previsione di un ventilato sbarco alleato sulle
nostre spiagge, un ordine del comando tedesco decretò la demolizione
di tutti gli stabilimenti a nord della via Marco
Polo. Ai propietari il
compito dello smontaggio delle parti in legno, mentre per le case in muratura
provvedevano i tedeschi con l'ausilio delle mine. L'ultima casa a " brillare " fu
quella di Antonio Petrini, che saltò in aria il 19
marzo 1944, dopo che questi aveva cullato la speranza che i tedeschi
l'avessero " dimenticata ". Nell'estate 1945, Antonio
Petrini, con l'aiuto dei figli, bonificò dalle mine la
sua parte di arenile, aprì un varco tra i reticolati per permettere
l'accesso al mare, e con materiale di fortuna costruì 11 cabine. Il bagno " Egidio Pe ", così ricostruito,
fu nuovamente il primo stabilimento balneare a nord della via Marco
Polo.
Bagno " Egidio PE " ( 1913 )